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L'EUCARISTIA NELLA LITURGIA BIZANTINA
DI Porgo un cordiale saluto a tutti
voi ed un ringraziamento a don Pino Silvestre, che mi ha invitato a
parlarvi sull'eucaristia nella liturgia bizantina. Nel rito bizantino si
hanno tre testi per una liturgia eucaristica completa: La Liturgia di
"S. Giovanni Crisostomo", quella di "S.Basilio" e
quella di "S. Giacomo". Quest'ultima viene usata molto
raramente ed è quasi sparita dappertutto, in qualche luogo viene
celebrata soltanto per la festa di S. Giacomo; La Liturgia di S. Basilio
viene celebrata soltanto 10 volte all'anno; la Liturgia di S. Giovannì
Crisostomo invece viene usata in tutte le altre circostanze.
Essa divide in
si divide in tre parti: 1 - La preparazione: Su un altare
laterale, a sinistra dentro il santuario, il celebrante prepara il pane
e il vino che serviranno per la celebrazione eucaristica. 2 - La liturgia della Parola:
Questa parte comprende il canto dei salmi intercalato da brevi litanie,
la processione con il Vangelo, la predicazione,preghiere per i catecumeni e il
loro rinvio. 3 - La liturgia eucaristica:
Questa parte incomincia con una processione in cui si trasportano il
pane e il vino sull'altare e comprende la professione di fede,
l'anafora, l'elevazione, la comunione e le preghiere di conclusione. S. Nicola Cabasilas presenta lo svolgimento della liturgia
come una rappresentazione della vita di Cristo. "L'intera
mistagogia - scrive - è come una rappresentazione di un unico corpo,
che è la vita del Salvatore; essa sottopone ai nostri occhi le diverse
fasi di questa vita, dall'inizio alla fine, secondo il loro armonico
ordine". Di conseguenza in ciascuna delle sezioni principali della
liturgia si è voluto vedere una fase della vita di Cristo. Così nei
riti della Pròtesi (preparazione) si indica la vita nascosta del
Cristo; nella parte catechetica della liturgia dominata dalla
processione, del Vangelo, dalle letture e dalla predicazione, si
riscontra la vita pubblica di Gesù e l'annuncio dei Regno. Nella terza
parte infine che, incominciando con il cosiddetto grande ingresso
(ingresso di Gesù a Gerusalemme nel giorno delle Palme), comprende
tutto il resto della liturgia,
si trova il ricordo degli avvenimenti principali dell'economia della
salvezza: passione, morte, risurrezione di Cristo, ascensione,
pentecoste; si ricorda anche la seconda venuta di Cristo come
coronamento di tutta l'opera della salvezza. Il richiamo agli
avvenimenti fondamentali dell'opera di Cristo fa del memoriale del
Signore - "fate questo in memoria di me" - il centro del culto
cristiano è la celebrazione di tutta la storia della salvezza. L'Eucaristia cosi è il
mistero della totalità: da una parte essa riassume l'ìntera opera di
Dio, dalla creazione alla Parusia e da un altro lato essa è segno
efficace della riconciliazione in Cristo di tutte le cose affinchè Dio
sia tutto in tutti. Con la comunione al corpo del Figlio incarnato,
l'Eucaristia unisce l'umanità credente al Padre nello Spirito mediante
la nuova alleanza di cui essa assicura il rinnovamento in ogni
celebrazione. Quest'azione dell'eucaristia è grandiosa perchè fa
entrare in comunione con la Santissima Trinità i credenti, fatti
partecipi della natura divina (2 Pt 1,4)
Afferma
al n.110 l'Assemblea eparchiale (Sinodo diocesano) di Lungro: "La
celebrazione della divina Eucaristia costituisce la fonte e il culmine
della vita della Chiesa e della vita nuova data da Cristo ai fedeli. La
Chiesa esiste e cresce solo perchè celebra l'Eucaristia: è infatti
l'Eucaristia che concede la remissione dei peccati, la santificazione
dei fedeli, i doni divini, dà unità alla Chiesa e con il dono dello
Spirito Santo la rende atta a vivere il Vangelo, a predicarlo in modo
efficace e a poter celebrare gli altri sacramenti, dei quali costituisce
anche il coronamento. Questo perchè noi crediamo che nell'Eucaristia
partecipiamo realmente al santo e prezioso Corpo e Sangue di Cristo,
infatti la discesa dello Spirito Santo realizza in pienezza e verità le
parole dei Signore Gesù Cristo: prendete e mangiate, questo è il mio
Corpo, prendete e bevetene tutti, questo è il mio Sangue; perciò il
pane e il vino offerti vengono trasformati in Corpo e Sangue di Cristo e
noi partecipando ad essi partecipiamo alla vita divina dei Cristo." L'invocazione allo Spirito Santo nell'anafora bizantina è
essenziale perchè si compia il mistero della trasformazione del pane e
del vino in Corpo di Cristo. il celebrante prega così: "Ancora ti
offriamo questo culto spirituale ed incruento: e ti invochiamo e ti preghiamo e ti
supplichiamo: manda il tuo Spirito Santo su di noi e sopra i Doni qui
presenti. E fa' di questo pane il prezioso
Corpo del tuo Cristo e di ciò che è in questo calice il prezioso
Sangue del tuo Cristo; trasmulandoli per virtù del tuo Santo Spirito. Affinchè per coloro che ne
partecipano siano purificazione dell'anima, remissione dei peccati,
unione del tuo Santo Spirito, compimento del regno dei cieli, titolo di
fiducia in te e non di giudizio o di condanna". S. Cirillo di Gerusalemme,
nella V catechesi mistagogica Sull'Eucaristia, così spiega il mistero
ai suoi neofiti:
"Dopo
che siamo purificati con queste lodi spirituali, invochiamo Dio
misericordioso a inviare il suo Santo Spirito sulle oblate che ci stanno S. Giovanni Damasceno così
spiega il mistero eucaristico:"Questo è il mio corpo, questo è il
mio sangue... se la Parola di Dio è efficace, se il Signore fa tutto ciò
che vuole, se ha detto: Che sia la luce, e la luce è stata fatta; che
il firmamento sia, ed è stato fatto: Se il Figlio di Dio si è fatto
uomo perchè lo ha voluto, perchè sarebbe inconcepibile poter fare suo
corpo e suo sangue del pane e del vino misto ad acqua?.... Se mi
domandate come questo si realizza, vi basta sapere che è opera dello
Spirito Santo così come è opera dello Spirito Santo che il Signore si
sia formato una carme...dal seno di sua madre. Il pane e il vino e
l'acqua della oblazione sono soprannaturalmente cambiati in corpo e
sangue di Cristo per mezzo della invocazione dello Spirito Santo." Nella Costituzione "Sacrosantum
Concilium" del Concilio Vaticano II leggiamo: "Il nostro
Salvatore nell'ultima Cena, la notte in cui fu tradito, istituì il
sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue onde perpetuare
nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della Croce, e per
affidare così alla sua diletta Sposa la Chiesa, il memoriale della sua
morte e della sua risurrezione: sacramento di pietà, segno di unità,
vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si riceve Cristo,
l'anima viene ricolma di grazia e ci è dato il pegno della gloria
futura" (S.C.,47). Il sacrificio che Cristo ha
lasciato in eredità e come memoria della sua Pasqua alla chiesa è
anche nostro sacrificio. Sull'altare è il sacerdote consacrato che
agisce in nome di Cristo, lui che annuncia la Parola e rende presente
nel pane e nel vino il Corpo e il Sangue di Cristo; ma tutto il popolo
cristiano, che è stirpe sacerdotale, come dice S. Pietro (I Pt 2,5),
risponde alla Parola annunciata dal Sacerdote con la fede e con la
preghiera ed offre con lui il Corpo e il Sangue di Cristo e ogni altro
dono, come offerta sacrificale gradita a Dio. "La Chiesa si
preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti
spettatori a questo mistero di fede, ma che, mediante una comprensione
piena dei riti e delle preghiere, partecipino all'azione sacra piamente
ed attivamente; siano istruiti nella Parola dì Dio, si nutrano alla
mensa del corpo dei Signore; rendano grazie a Dio; offrendo l'ostia
immacolata, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui,
imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per mezzo di
Cristo mediatore siano perfezionati nell'unità con Dio e tra di loro di
modo che Dio sia finalmente tutto in tutti" (S.C. 48). Ma l'assemblea che celebra l'Eucaristia è composta da
uomini che nella vita provano il morso dei male, che provengono da
ambienti diversi, da esperienze di vita differenti, con orientamenti
intellettuali divergenti. In questa assemblea eucaristica forse ci sono
anche delle opposizioni di classe, di famiglia, di persone, forse ci
sono delle antipatie o degli odi nascosti. Non si tratta quindi di una
comunità omogenea. In questo stato ci troviamo dì fronte al Signore,
mentre ci apprestiamo a celebrate la memoria. Nella celebrazione
eucaristica, e soprattutto nella partecipazione allo stesso pane, questa
massa eterogenea deve ritrovare un'unità superiore, misteriosa,
definibile soltanto in riferimento a Cristo. Qui si realizza l'aspetto
pasquale dell'eucaristia. In una massa informe di uomini viene posto il
principio di una vita nuova che costituisce il movente di una
trasformazione continua un principio reale ed efficace di
unità.
Quest'azione incontra l'urto del peccato che tenta continuamente di
ostacolarla e di oscurarla per mantenere le antiche divisioni, originate
dall'uomo vecchio. Nel cuore dell'uomo però che accoglie la Parola di
Dio e partecipa al Corpo di Cristo, la trasformazione deve aver luogo,
il passaggio (pasqua) si opera, la pasqua si realizza, una creazione
nuova appare e cresce. Questa trasformazione, questa creazione nuova non
si limita all'intimo dell'individuo. Essa deve attraversare l'intera
comunità dei credenti per un rinnovamento nella giustizia dell'intera
società. Non si può partecipare con
coscienza serena al Pane dell'altare fino a quando anche uno solo dei
nostri prossimi manca del pane di ogni giorno. Non si può partecipare
con animo tranquillo al Sangue del Cristo, fino a quando anche uno dei
più piccoli dei nostri fratelli soffre per ingiustizia. La celebrazione eucaristica
dunque è il sacramento della situazione pasquale della Chiesa la quale
ha sempre bisogno di passare dallo stato di divisione all'unità, dallo
stato di peccato alla comunione con Dio, che ha quindi bisogno di essere
continuamente salvata. E' vero che la salvezza è stata già realizzata
nella Pasqua di Cristo. Però per ognuno di noi la salvezza non è
ancora realizzata. Permane la tensione. In questo senso l'Eucaristia
costituisce la continua contestazione alla vita della Chiesa, perchè
rimanga sempre vigilante e non si adagi ad una qualsiasi situazione,
anche privilegiata, raggiunta. Nell'eucaristia si esprime
così anche la situazione dei Popolo di Dio in cammino verso il Signore
che viene. "Ogniqualvolta mangerete questo pane e berrete questo
calice, voi rammenterete l'annuncio della morte dei Signore, fino a che
Egli venga" (I Cor 11,26). Avete fatto caso come in
chiesa, nel momento della celebrazione della divina Liturgia,
l'assemblea dei fedeli è disposta come un popolo che marcia? Ognuno non
vede che le spalle di chi gli sta davanti, e dall'interno del Santuario
il Sacerdote guida il suo popolo avendo tra le mani il Libro dei
Vangelo, la Parola di Dio, e il Pane e il Vino, il Corpo dei Signore.
Continua così il cammino finchè Egli verrà. Nel deserto Mosè guidava
il suo popolo verso la terra promessa, attuando il passaggio dalla
schiavitù alla liberazione.
Nella
Liturgia di S.Basilio, si invoca cosi la discesa dello Spirito Santo sui
sacri Doni: "Per questo, Signore santissimo, sebbene tuoi servi
peccatori
e indegni, che hai stimato degni di servire al tuo santo altare, non per
i nostri meriti, perchè nulla di buono abbiamo compiuto sulla terra, ma
per la tua pietà e misericordia che abbondantemente ci hai elargito,
osiamo accostarci al tuo santo altare e mentre ti offriamo la realtà
dei tuo santo Corpo e Sangue del tuo Cristo ti preghiamo e supplichiamo:
Santo dei santi, piaccia alla tua benevolenza che discenda su noi e su
questi doni il tuo Spirito Santo, li benedica, li santifichi; manifesti
questo pane come il venerabile Corpo del Signore, Dio e Salvatore nostro
Gesù Cristo. Questo Calice come il venerabile Sangue del Signore e
Salvatore nostro Gesù Cristo. Sparso per la vita dei mondo. Riunisci vicendevolmente nella comunione
dell'unico Spirito Santo noi tutti che ci comunichiamo all'unico pane e
all'unico calice e fa che nessuno di noi si comunichi al santo Corpo e
Sangue del tuo Cristo per suo giudizio o condanna, ma per trovare
misericordia e grazia insieme ai santi che da sempre ti sono graditi, i
Progenitori, i Padri, i Patriarchi, i Profeti, i Predicatori, gli
Evangelisti, i Martiri, i Confessori, i Dottori e ogni Giusto morto
nella fede. In modo particolare la nostra Signora tutta santa,
immacolata, benedetta sopra ogni creatura, la gloriosa Madre di Dio e
sempre Vergine Maria.
L'assemblea
rivolge alla Santa Madre di Dio l'inno: In te si rallegra, o ricettacolo
di grazia, ogni creatura, il coro degli angeli e il genere umano. Tempio
santificato e paradiso spirituale, gloria della verginità. Da te prese
carne Dio e divenne bambino Colui che è nostro Dio prima dei secoli.
Egli fece dei tuo grembo il suo trono e rese più vasto dei cieli il
grembo tuo. In te si rallegra, o ricettacolo di grazia, ogni creatura.
Gloria a te." Nella preghiera di ringraziamento leggiamo
cosi: "Ti rendiamo grazie, Signore nostro Dio, perchè abbiamo
partecipato ai tuoi santi, immacolati, immortali, celesti Misteri che tu
ci hai donato per il bene, la santificazione delle nostre anime e dei
nostri corpi. Tu che imperi su tutto, concedi che la comunione dei santo
Corpo e Sangue del tuo Cristo diventi per noi fede senza paura, amore
senza falsità, aumento di sapienza, guarigione dell'anima e del corpo,
vittoria su ogni forza avversa, osservanza dei tuoi comandamenti, difesa
valida davanti al tremendo tribunale di Cristo". Nel rito bizantino durante la
Grande e santa quaresima in preparazione della Pasqua, i giorni della
settimana sono aliturgici,, cioè non si celebra la Santa Liturgia
eucaristica, tranne il sabato e la domenica. Il mercoledì e il venerdì
si celebra la liturgia dei Presantificati, cioè si fa la Santa
Comunione con le particole consacrate la domenica precedente. Si tratta
di un sacrificio vespertino offerto al Padre, mentre scendono sulla
terra le ombre della sera, sopraggiunge la notte, simbolo della
condizione dell'uomo lontano da Dio. Nella S. Comunione, Cristo si dona
ai fedeli affinchè essi possano trascorrere degnamente "il tempo
della penitenza" alla quale il Signore stesso li ha condotti
"per purificare l'anima e il corpo, per domare le passioni e
rimanere saldi nella speranza della Risurrezione" (preghiera dell'opistambono). La preghiera prima della
processione dei Divini Misteri recita cosi: "TI scongiuriamo, o Signore
santo e sommamente buono, ricco di misericordia, di essere propizio a
noi peccatori e di farcì degni di accogliere il tuo Unigenito Figlio e
Dio nostro, Re della gloria. Ecco il suo immacolato Corpo e il suo
prezioso Sangue, scortati invisibilmente dalla. moltitudine delle
schiere celesti, ora vengono portati per essere deposti su questa mensa.
Concedici di comunicarcene senza condanna, affinchè con l'occhio della
mente, da essi illuminati, diveniamo figli della luce e del
giorno". Prima della Santa Comunione, si prega cos'ì:
"O Dio dei misteri ineffabili, libera noi e il tuo popolo fedele da
ogni impurità, santifica le nostre anime e i nostri corpi con una
perenne santificazione, affinchè con purità di coscienza, e con volto
senza rossore, con cuore illuminato, partecipiamo a questi sacri e
divini misteri, e da essi vivificati ci uniamo al tuo stesso Cristo e
vero Dio nostro, che ha detto: "colui che mangia la mia carne e
beve il mio sangue rimane in me e io in lui", affinchè abitando il
tuo Verbo, o Signore in noi ed accompagnandosi con noi, diveniamo tempio
del Tuo santissimo ed adorabile Spirito, liberati da ogni insidia
diabolica, che venga esercitata nelle nostre azioni, parole e nella
nostra mente e conseguiamo i beni promessici con tutti i tuoi Santi, che
dai secoli ti furono graditi." Il santo teologo laico Nicola
Cabasilas, che possiamo chiamare il S. Tommaso dei teologi bizantini,
scrive cosi della Santa Eucaristia nella sua opera "La vita in
Cristo": "Cristo è in ogni mistero (sacramento): col lavacro
battesimale ci libera dal fango della malizia e ci infonde la sua
forma" con l'unzione ci rende attivi delle energie dello Spirito,
di cui egli è divenuto il tesoro assumendo la carne; ma quando conduce
l'iniziato alla mensa e gli dà in cibo il proprio corpo, lo trasforma
interamente e lo muta nella propria sostanza. li fango non è più
fango: avendo ricevuto la forma regale, diventa il corpo stesso dei re;
e di questo nulla si può pensare di più beato". Il banchetto eucaristico
anticipa quello del Regno, quando lo stesso Figlio di Dio si cingerà i
fianchi, ci farà sedere alla mensa e passerà a servirci. Allora
"saremo sempre col Signore" (I Tess 4,17). "O Sacramento di bontà
- esclama S. Agostino - o segno di unità e vincolo dì carìtà. Chì
vuol vivere ha qui dove vivere, ha qui donde attingere la vita. Non
disdegni la compagine delle altre membra, non sia lui un membro
cancrenoso da amputare o un membro deforme di cui ci si debba
vergognare. Sia bello, sia valido, sia sano, unito al corpo, viva per
Dio e di Dio; sopporti ora la fatica qui in terra, per regnare poi in
cielo". Termino con una preghiera per i ministri dell'eucaristia, chiedendovi di pregare sempre per loro, sostenendoli con amore nel loro sublime ministero: O Salvatore, dacci la grazia di non continuare a frequentarti così da vicino senza santificarci al tuo contatto; di non continuare a consacrarti senza vivere come persone che non sono più dei mondo; di non continuare a darti alle nostre pecorelle senza dare loro noi stessi coi medesimo amore con cui ti doni a noi. Amen |
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