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EUCARISTIA E SOLIDARIETA'
SAC.
GIANNI MAZZILLO 1) Parola data da mangiare per essere condivisa 1..l.) La Parola viene incontro per essere mangiata, al pari del pane Cf. Ger. 15,16. 16,10-11a:"quando le tue parole vennero le mangiai; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perchè io portavo il tuo nome, Signore, Dio dell'universo" «Quando annunzierai a questo popolo- tutte queste cose, ti diranno: Perché il Signore ha decretato contro di noi questa sventura così grande? Quali iniquità- e quali peccati abbiamo- commesso contro- il Signore nostro Dio? Tu allora risponderai loro........ Perchè ivostri Contesto:. Si tratta di un dialogo con Dio (cf. Ger 11,18 - 12,5 ), al culmine di una crisi esistenziale. Anche in questo caso, come in Ger 12,5, Dio consola alla sua maniera. proclama che colui che ha scelto è destinato a cose più grandi a condividere una Parola che gli è rivolta. La Parola di Dio è data per riprendere, correggere e confortare gli altri Si tratta di una Parola che ci viene incontro e che ci spinge sempre all'incontro con gli altri. Ma è una parola da mangiare per andare a nutrire i propri compagni: - Ez 3,1-4. "Mi disse: "Figlio dell'uomo, mangia ciò che hai davanti, mangia questo rotolo, poi va' e parla alla casa d'Israele". Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: "Figlio dell'uomo nutrisci il ventre e riempi le viscere con questo rotolo che ti porgo. Io lo- mangiai e fu- per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: "Figlio dell'uomo, và, recati dagli Israeliti e riferisci loro le mie parole". Cf. Ap- 10,8-11. Dio vuole che i suoi figli si alimentino della sua Parola come dei pani del tempio: Cf. Mt 12, 3-4 "Ed- egli- rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare -né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti?". 1.2) Condividere un pane di afflizione e un pane di gioia Mangiare ,perché il pane dell'afflizione diventi pane di vita e di gioia Pane dell'afflizione - Dt 16, 2-3 «Immolerai la pasqua al Signore tuo Dio: un sacrificio di bestiame grosso e minuto, nel luogo che il Signore avrà scelto per- stabilirvi il suo nome. Non mangerai con essa pane lievitato; per sette giorni mangerai con essa -gli -azzimi, pane di afflizione, perché, sei uscito in fretta dal paese di Egitto; e così per tutto il tempo della tua vita tu ti ricorderai il giorno cui sei- uscito dal paese d'Egitto» (gli- azzimi- sono, detti unicamente in questo testo «pane di- afflizione» o, di miseria). Pane di gioia. Mangiare la pasqua è al contrario mangiare per celebrare la liberazione e recuperare la vita. Capovolgendo di Gen 3,21 (« Ora, egli non stenda più la mano e non prenda- anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!») in ciò che l'antica apocalisse 22,2: «In- mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni». Gesù mangia la pasqua con i suoi per operare questo capovolgimento - Lc 22, 15-18 «e disse: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi-, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno- di Dio". E preso un calice, rese grazie e disse: "Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico da- questo momento, non- berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio"» (su mangiare la Pasqua cf. 2Cr 30,18; Mt 26,17; Mt 26,21; Mc 14,22; Lc 22,15; Gv 18,28). 2) Cristo, Parola di Dio, si offre per essere mangiata 2.1. Superare la logica della jungla «mangiare o essere mangiati» Nella lotta- per la sopravvivenza si può mangiareo essere mangiati. Ciò avviene tanto a livello di storia dei popoli che all'interno dello stesso popolo. Sicché i nemici divorano Isralele: Is 9,11 «(sono i suoi- nemici:) gli Aramei dell'oriente, da- occidente i Filistei che divorano Israele a grandi morsi»- (Cf. Is 49,21; Ger 10,25; Ger 30,16; Ger 50,17; 51,34; Lm 2,16). Lo stesso popolo di Dio può essere divorato- nella- sua- carne. Mi 3,2-4. «"Nemici del bene e amanti del- male, voi strappate loro la pelle di dosso e la carne dalle ossa". Divorano la carne del mio popolo e gli strappano la pelle di dosso, ne rompono le ossa e lo fanno a pezzi come carne in una pentola, come lesso in una caldaia. Allora- grideranno al Signore, ma egli non risponderà; nasconderà loro la faccia, in quel tempo, perchè hanno compiuto- cattive azioni». Ma nello stesso popolo di Dio si assiste allo spettacolo di veder mangiare i poveri dai ricchi - Pv 30,14: «.C'è gente i cui denti sono spade e i cui molari sono coltelli, per divorare gli umili eliminandoli dalla terra e i poveri in mezzo agli uomini» (Gb 19,22; Is 9,11); Sal 14,4: «Non comprendono nulla tutti i malvagi, che divorano il mio popolo come íl pane?» Sir 51,3: « (mi hai liberato) dai morsi di chi stava per divorarmi, dalla mano di quanti insidiavano alla mia vita, dalle molte tribolazioni di cui soffrivo». I poveri sono divorati di nascosto: Ab 3,14 «Con i tuoi dardi hai trafitto il capo dei suuoi guerrieri che irrompevano per disperdermi con la gioia di chi divora il povero di nascosto». Così sono anche mangiate le case delle vedove dai farisei, uomini del formalismo religioso (Mc 12,40). Si può persino mangiare la carne dei propri cari, per riti religiosi aberranti, mangiando se stessi come in Sap 12,5-6 «Questi spietati uccisori dei loro figli, divoratori di visceri in banchetti di carne umana, iniziati in orgiastici riti, genitori carnefìci di vite indifese ... »; oppure per fame, perché stretti dall'assedio come in- Lm 2,20. Infine si può mangiare se stessi, corrodendosi da soli come lo stolto di Qo 4,5: «Lo stolto incrocia le braccia e divora la sua carne». Dio chiama gli uomini a smettere di divorare gli altri, per gustare il suo banchetto: Is. 25,6-8: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo- monte, un banchetto dì grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio- asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato». Anzi egli dà in cibo lo stesso pane degli angeli: Sal 78,23-25: «Comandò alle nubi dall'alto e aprì le porte del cielo; fece piovere su di essi la manna per cibo e diede loro pane del cielo: l'uomo mangiò il pane degli angeli, diede loro cibo in abbondanza» (cf Gv 6,31 Sap 16,20;1Cor 10,3; Sal 105,40;Dt 8,3). 2.2 Gesù e il pane, Gesù rovescia ogni altro rapporto con il cibo finora visto: diventa pane mangiato dai poveri, anzicchè mangiare costoro. Dà se stesso da mangiare per solidarietà, sino a dare la sua vita a coloro che egli ama. Pio, pellicano dà la sua carne per non lasciare morire i suoi: Gv 6,51: « Io, sono, il pane vivo, disceso. dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne e per la vita del mondo». (Mt 26,26; Gv 6,53s; 1Cor 11,26s; 1Cor 11,29). Mangiare la- parola di Dio è per noi qualcosa di reale: è nutrirsi dalla Parola diventata uomo, del Dio fattosi carne: carne e pane per la vita del mondo. Sintesi interconnessione inscindibile tra Parola e Pane eucaristico: mangiare la Parola e ascoltare il Pane parlare. 3) L'eucaristia che ci assimila a Cristo e ci rende capaci di solidarietà 3.1. Testi di partenza GV 6,48 "Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende cielo, perchè chi ne mangia non muoia. Io sonno il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". LC 22,19-20 Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo «Questo in memoria di me". Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo:"Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi". 1Cor 11,24c-27 "...lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, in memoria di me". Ogni volta infatti che mangerete di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finchè egli venga". Dio continua a cercarci per radunarci. Ci offre il corpo di Cristo (che è dato: passivo divino) e il sangue versato (in quanto donato da lui, al pari dello Spirito: Gv 19,30. 34 "E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto" E, chinato il capo, donò lo Spirito..... ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua". 3.2. L'eucaristia è il luogo dove Dio ci cerca più che altrove, per un'alleanza di pace. Dio offre la sua alleanza a tutti perchè tutti diventiamo capaci di distinguere un patto di amicizia. La nuova alleanza (Luca-Paolo) è quella già preannunciata da Geremia (31,31ss): «Ecco- verranno- giorni - dice il Sìgnore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova [ ... ]Questa sarà- l!alleanza che io concluderò con la- casa- di- Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo». Si tratta di un'alleanza di vita e di pace, che non sarà mai revocata : Is 54,10-«Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero non si allontanerebbe da te il mio affetto, nè vacillerebbe la mia alleanza di pace; dice il Signore che ti usa misericordia». L'eucaristia è la celebrazione del patto irrevocabile come patto di pace (cf. tutti i momenti nei quali dall'inizio, all'invocazione dell'agnello, dalla comunione alla conclusione ricorre il termine pace). Comunicare a ciò che Cristo ha vissuto: ai suoi valori, alle sue scelte, al suo stile e al suo dono: "in memoria di me". 3.3. Evitare la menzogna di un'eucaristia individualistica 1Cor 11,17-21: «-E mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il fatto che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio. Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. E' necessario infatti che avvengano divisioni tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi. Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è. più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco». Solidarietà come nuovo nome della carità. Solidarietà come criterio di ecclesialità: Fuori della solidarietà non c'è salvezza. Solidarietà come responsabilità del mondo e del suo futuro. |
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